Organizzazioni Giovanili

di Niccolò Gurrera


Dopo la marcia su Roma nel 28 ottobre 1922, il nuovo regime fascista, capitanato da Benito Mussolini, si pose il problema di come fascistizzare la società, a partire dai più giovani.

Le prime organizzazioni. L'idea di utilizzare delle istituzioni extrascolastiche non era nuova al regime. Infatti, la prima organizzazione giovanile fascista, l'"Avanguardia giovanile studentesca", era nata nel 1919 probabilmente a Milano e raggruppava in squadre i ragazzi in età scolare che aderivano al fascismo. La creazione di un vero e proprio movimento giovanile del partito avvenne nel 1921; sotto la direzione di Michele Bianchi le Avanguardie giovanili furono trasformate in "Movimento giovanile del partito", soprannominato "Avanguardia giovanile fascista", per favorire l'adesione anche ai giovani non studenti.

La creazione dell'"Opera nazionale Balilla". L'"Avanguardia giovanile fascista", avente come incarico il riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico, ebbe un enorme successo, moltissimi giovani si presentavano ai comandi delle squadre per iscriversi e alla direzione del PNF si pose il problema di come gestire il numero crescente di ragazzi, il loro utilizzo e la loro istruzione. La soluzione fu data nel 1926 con il rilascio della legge del 3 aprile 1926 n.2247 che sancì la nascita dell'"Opera nazionale Balilla", un ente autonomo finalizzato all'assistenza e all'educazione fisica e morale della gioventù.

Ne avrebbero fatto parte dell'ONB i giovani dai 6 ai 18 anni, suddivisi in: "figli della lupa" (6 ai 8 anni) sia maschi che femmine, "balilla" (8 ai 14 anni) e "avanguardisti" (14 ai 18 anni) per i maschi e "piccole italiane" (6 ai 14 anni) e "giovani italiane" (14 ai 18 anni) per le ragazze. I membri avrebbero ricevuto un'educazione spirituale, culturale e religiosa, ma anche una formazione pre-militare, ginnico-sportiva, professionale e tecnica secondo l'ideologia fascista.

Nel 1928, per garantire un più alto afflusso di giovani nell'O.N.B., il regime sciolse le organizzazioni giovanili non fasciste con i regi decreti 9 gennaio, n. 5 e 9 aprile 1928, n. 696.

Tra le associazioni vietate ci fu l'associazione scout ("Corpo nazionale giovani esploratori italiani") che fu sciolto l'anno stesso; l'"Associazione Scoutistica Cattolica Italiana" (A.S.C.I.), che fu obbligata a chiudere tutti i reparti nelle località sotto i 20.000 abitanti, per poi essere chiusa completamente; l'"Associazione dei ragazzi pionieri italiani" (A.R.P.I.) cessò volontariamente le attività per evitare la chiusura forzata. Dopo lo scioglimento molti scout continuarono a svolgere le proprie attività in segreto e parteciparono attivamente alla lotta antifascista. Uno dei principali gruppi che continuarono le attività fu quello delle "Aquile randagie a Milano"insieme anche ad alcuni gruppi scout italiani all'estero che proseguirono le loro attività. L'unica organizzazione che non fu obbligata a cessare le attività fu la "Gioventù Italiana Cattolica", che dovette comunque ridurre le proprie attività.

I membri dell'ONB partecipavano perlopiù a esercitazioni dopo-scolastiche e ai "sabati fascisti", dove in divisa seguire corsi di dottrina fascista e compiere esercizi ginnici e maneggiare il moschetto (il cosiddetto moschetto Balilla), inoltre l'Opera mobilitava i suoi aderenti ad adunate e campi scuola, come "Il concorso Dux", una manifestazione di esibizioni ginniche che si svolgevano nei cosiddetti "Campi Dux"; erano dei grandi raduni con la partecipazione di centinaia di giovani italiani di tutta l'Italia, sia balilla e avanguardisti, e si concludevano con la premiazione dei più meritevoli davanti a Benito Mussolini. Il "sabato fascista", come da legge 20 giugno 1935 n. 1010, interrompeva la giornata lavorativa del sabato alle tredici affinché il pomeriggio venisse dedicato ad attività di carattere addestrativo prevalentemente premilitare e post-militare, come ad altre di carattere politico, professionale, culturale e sportivo. Spesso agli studenti erano assegnate attività ginniche per mantenersi in forma e per dare sfoggio della propria abilità e prestanza fisica.

Gli istruttori, insegnanti e il personale di inquadramento avevano uniformi specifiche, ispirate da quelle della "Milizia volontaria per la sicurezza nazionale". Le uniformi dei ragazzi variavano a seconda delle fasce di età, sia per i maschi che per le femmine ed esistevano uniformi specifiche per le attività ginniche e sportive.

La creazione della "Gioventù italiana del Littorio" e l'assorbimento in essa dell'ONB e dei "fasci giovanili da combattimento". La "gioventù italiana del Littorio" fu fondata il 27 ottobre 1937 con l'apposito decreto-legge 27 ottobre 1937 n. 1839 e assorbi l'O.N.B. e i "fasci giovanili da combattimento". La missione di questo nuova organizzazione rimase la stessa delle precedenti, ovvero accrescere la preparazione spirituale, sportiva e militare dei ragazzi italiani fondata sui principi dell'ideologia del regime, il modus operandi della "GIL" rimase la stessa dell'"O.N.B.".

L'organizzazione era suddivisa nel seguente modo:

La "G.I.L." non durò molto, fu sciolta con il decreto del capo del governo del 6 maggio 1944; nel dopoguerra fu rinominata "Gioventù italiana", il cui fine era provvedere alla conservazione e temporanea amministrazione del patrimonio dell'ex GIL; infine fu ufficialmente soppressa nel 1975 con la legge 18 novembre 1975 n.764.



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